
Riporto fedelmente l'articolo di Stefano Zenni riguardo il festival jazz di ottobre a Pescara, una manifestazione che ha l'obiettivo di proseguire il già noto festival jazz estivo sempre all'Auditorium Flaiano di Pescara. Questo articolo si trova anche nel sito della Società del Teatro e della musica "L. Barbara" di Pescara.
Il jazz è una musica di tradizione orale. Non si impara studiando un manuale nè andando a lezione da un maestro. O meglio, un'educazione formale è utile e forse essenziale, ma non è sufficiente. Il jazz si impara sul campo, a tu per tu con i musicisti più bravi, in un confronto che è scambio e sfida. Oppure si apprende dai dischi, dalla radio, insomma dai media che riproducono la musica, che comunque sono altra cosa del medium della scrittura. Insomma, la migliore scuola di jazz è l'esperienza di chi sa suonare meglio di te e ha una grande personalità. Fin tanto che vi sarà questo vivo confronto generazionale il jazz non dovrà temere per il suo futuro. E Jazz ‘n Fall 2007 si articola proprio lungo le linee di questo confronto. Il cartellone di quest'anno infatti poggia sulla presenza di tre grandi maestri che hanno fatto scuola: Jim Hall (classe 1930), Lee Konitz (classe 1927) e Martial Solal (classe 1927). Il primo si è imposto come il chitarrista più raffinato del dopoguerra, un maestro di sottigliezze e delizie timbriche, e un musicista aperto alle esperienze più diverse. Non è solo la sua musica a testimoniare il trionfo artistico, ma la schiera di chitarristi di successo che a lui si sono ispirati, da Bill Frisell a Pat Metheny. Lee Konitz e Martial Solal sono sodali di magnifiche avventure fin dagli anni Settanta. Ormai entrambi ottantenni, suonano ancora con invidiabile freschezza e lucidità: l'uno con il suo fraseggio serpentino, obliquo, imprevedibile, l'altro virtuoso spettacolare e fantasioso, si incastrano a meraviglia, con quello spirito gioioso e ludico che appartiene al miglior jazz. Un incontro tra generazioni diverse è quello tra Carla Bley e Paolo Fresu, talmente giusto da apparire perfino ovvio, eppure realizzato solo da poco tempo. I due si ritrovano nella concezione lirica, sospesa della musica, e Fresu sa inserirsi con naturalezza nel clima ipnotico e trascinante della Bley, conferendo una nuova profondità ad una musica che galleggia tra divertimento e impegno. Si diceva delle nuove generazioni: in Italia abbondano i giovani musicisti di talento. Gianluca Petrella non solo ha un enorme talento, ma è anche uno dei pochi musicisti italiani che ha raggiunto un vasto consenso anche all'estero. E non stupisce che abbia conquistato anche il pubblico americano, con quel suo modo molto “nero” di suonare il trombone, aggressivo e immaginoso, ricco di tradizione eppure spinto in avanti, sempre con una grande energia. La musica di Petrella funziona proprio perché sgorga con naturalezza da un vivace dialogo tra la ricchezza ideativa dei maestri e l'urgenza espressiva del presente. Jazz ‘n Fall 2007 ne è il palcoscenico ideale.
Stefano Zenni
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floppy il 3/10/2007 alle 9:30 | |